Il progetto culturale

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La passione educativa è amore per l'uomo

Card. Angelo Bagnasco (dalla relazione tenuta a Bologna al Convegno nazionale degli UCD il 15 giugno 2010

Il consenso che si è spontaneamente creato nel nostro Paese sul tema dell'educazione - si potrebbero citare numerosi interventi della stampa laica, così come di esponenti del mondo della scuola e della società civile - non deve essere sottovalutato: la riscoperta dei fondamenti di una buona educazione è un anelito di tanti, dentro e fuori la Chiesa. Le famiglie dichiarano di aver spesso smarrito i necessari punti di riferimento educativi, la scuola di aver talvolta perso il coraggio di scommettere sulla passione e la qualità dell'educazione, i catechisti di essere a volte scoraggiati: tutti avvertono, però, l'esigenza di un rinnovato impegno per l'amore che portano alla vita delle nuove generazioni. Emerge qui anche tutta la rilevanza della questione antropologica. L'educazione della fede proposta da Gesù segnala in maniera splendida la differenza qualitativa che esiste tra l'uomo ed ogni altro essere vivente. Solo l'uomo, a differenza degli animali, è capace di questa relazione con Dio, solo la persona è capace di spiritualità. Nessun animale possiede la libertà di bestemmiare Dio o di adorarlo, di ringraziarlo per i suoi doni o di dimenticarlo. Trascurare la dimensione della fede in ambito educativo vuol dire, quindi, ferire la stessa dignità dell'uomo. Promuoverla vuol dire, invece, esaltare la dignità dell'uomo: l'educazione della fede, infatti, non è un elemento accessorio rispetto all'intero processo educativo, ma vi appartiene di diritto con un ruolo centralissimo. Ecco nuovamente, da un altro punto di vista, il grande valore della catechesi, come pure, a livelli e con forme diverse, dell'insegnamento della religione nella scuola che presenta in modo organico il 'fatto' religioso e cattolico così come si è configurato nella storia e nella nostra cultura. Gli Orientamenti Pastorali che i Vescovi italiani hanno varato per il decennio, sono una grande sfida ed un entusiasmante appuntamento. Nessuno deve mancare: molteplici sono i soggetti coinvolti. La Comunità cristiana, nelle sue variegate e generose presenze e con la sua ricca tradizione, si chiamerà a raccolta nelle diverse Chiese Particolari nei modi e nei tempi che riterrà più opportuni e possibili. A suo tempo ci ritroveremo insieme come Chiesa che è in Italia secondo la consolidata ed efficace consuetudine di metà decennio. La sfida ci trovi sempre più entusiasti e uniti, accomunati da quella duplice fedeltà - a Dio e agli uomini - che invera l'amore per Gesù e per il mondo.


Un forte impulso all’elaborazione culturale

Stralcio dalla Nota pastorale dell’Episcopato italiano dopo il 4° Convegno Ecclesiale Nazionale “Rigenerati per una speranza viva” (1 Pt 1,3), 29.VI.2007

Fede e cultura si richiamano reciprocamente. Ogni aspetto dell’esperienza cristiana possiede una forte valenza in ordine alla promozione di stili di pensiero e di vita, all’elaborazione di mentalità e di comportamenti, all’orientamento della fecondità dello spirito umano nella direzione del bello, del buono e del vero. La stessa comunicazione del Vangelo non può fare a meno di categorie e di un linguaggio capaci di raggiungere l’uomo nel suo vissuto personale e sociale, attraverso forme ed espressioni a lui comprensibili e congeniali. Il “Progetto culturale orientato in senso cristiano” è lo strumento che la Chiesa italiana si è data a partire dal Convegno ecclesiale di Palermo (1995) per mettere in evidenza e far crescere la dimensione culturale presente nel vissuto di fede del popolo di Dio. A distanza di dodici anni, vogliamo ribadire la necessità di alimentare la consapevolezza e la responsabilità proprie della comunità cristiana, dando un nuovo impulso al Progetto culturale attraverso il suo consolidamento e radicamento, sia in chiave formativa sia in prospettiva missionaria. L’obiettivo di fondo resta quello di un nuovo incontro tra la fede e la ragione, così che i credenti possano mostrare a tutti che “la vita cristiana è possibile oggi, è ragionevole, è realizzabile”1. Per questo all’interno della comunità cristiana l’elaborazione culturale deve essere curata anzitutto nelle sue forme ordinarie e popolari. In quanto dimensione costitutiva della vita ecclesiale, essa deve vedere coinvolti tutti, a partire dalle situazioni abituali dell’azione pastorale, fino alla promozione, anche a livello locale, di particolari occasioni e luoghi di confronto, secondo la “dinamica della rete” e dell’integrazione pastorale. Le pur necessarie competenze e iniziative specifiche non devono mettere in ombra la grande risorsa che il Progetto culturale costituisce per avvicinare l’esperienza ecclesiale alla vita e alle domande delle persone, rendendola maggiormente incisiva e capace di entrare in dialogo senza complessi di inferiorità con le dinamiche culturali del nostro tempo. È questo un compito non facile, ma anche “un’avventura affascinante nella quale merita spendersi, per dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo e per restituire in essa alla fede cristiana piena cittadinanza”2.

1 Benedetto XVI, Discorso ai preti della diocesi di Roma, 22 febbraio 2007: «Avvenire», 23 febbraio 2007, p. 11.

2 Benedetto XVI, Discorso al Convegno ecclesiale di Verona, 19 ottobre 2006: «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana» 2006, 236.