Cardinal Tettamanzi

 

Sua Eminenza reverendissima Dionigi, cardinale Tettamanzi, non è più con noi. Non ce l'aspettavamo, l'avevamo visto non molto tempo fa', sembrava solo un po' affaticato. Vorrei farne memoria condividendo qualche ricordo personale, relativo agli oltre sette anni in cui sono stato suo consigliere, nella qualità di membro del Consiglio Pastorale Diocesano.  
Alle sessioni del Consiglio era sempre presente, ci ascoltava tutti con attenzione prendendo appunti e non interloquiva quasi mai con i relatori, limitandosi ad un intervento di apertura ed uno di chiusura; tuttavia, ricordava i nomi di tutti ed aveva una capacità straordinaria di mettere a fuoco le persone, ricordo che a me disse "tu sei un ingegnere, è vero, ma hai anche la testa da giurista"; rivedendomi dopo anni, recentemente, non solo mi riconobbe ma ebbe a dire "ricordo il tono giuridico elevato dei suoi interventi".  Nelle serate informali del sabato, dopocena, le così dette riunioni del caminetto, parlava invece con tutti, sembrava in queste occasioni più un amico che il nostro Arcivescovo. 
Ricordo quando ebbe a lamentarsi che alcuni consiglieri non prendevano mai la parola, dicendo: dovete evitare il "peccatum taciturnitatis",  io traggo molto più consiglio dai vostri interventi che dalle sintesi che mi preparate.
Con la sua affabilità, ma anche con la sua saggezza, è stato uno dei pilastri non solo della Chiesa di Milano, ma della Chiesa Universale.
Gianluca di Castri