Appunti sulle conseguenze economiche e sociali della riforma protestante

 

Gianluca di Castri – marzo 2017

 Premessa

 

It is not for economists or engineers to decide whether economic development is good or evil, this is a political matter. However, once it has been defined, economists and technicians have to define the conditions to be met and actions to do in order to implement the choice and achieve the goal, as well as the impediments to be removed, and to calculate costs and benefits both in monetary and real terms.

L’attuale fase di radicale innovazione tecnologica, che per importanza si può paragonare alle due rivoluzioni industriali degli ultimi secoli o, se preferite, alla rivoluzione agricola del neolitico, porterà ad un sostanziale cambiamento di tutti i rapporti economici e sociali, di cui non è ancora possibile comprendere l’evoluzione.

 

Simili trasformazioni hanno bisogno di essere comprese ed in qualche modo governate, anche se ciò non è sempre possibile, se non in piccola parte. Per le aziende produttrici di beni o servizi, la sfida è nell’adeguamento progressivo all’evoluzione tecnologica: solo le aziende che sapranno cogliere ed affrontare questa sfida potranno sopravvivere, le altre sono inevitabilmente destinate all’estinzione.

Esiste un diffuso senso di inferiorità, talora quasi un senso di colpa, fra noi cattolici nei confronti dei protestanti per quanto concerne lo sviluppo economico e sociale. Frasi del tipo “la Borsa di Milano va male perché dovrebbe essere più protestante”, “Milano calvinista”  oppure, parlando di un imprenditore di successo “calvinista sul lavoro” si sentono di tanto in tanto, in genere da parte di giornalisti o politici che non sempre hanno la sufficiente cognizione di causa.

Tuttavia, è un dato di fatto che la sviluppo economico degli ultimi secoli è stato trainato da paesi dell’area protestante, anche se per obiettività si deve notare che la rivoluzione industriale è nata in Inghilterra, area portatrice di una cultura diversa dal protestantesimo continentale; un’ulteriore osservazione è che le basi dello sviluppo economico e della stessa rivoluzione industriale si possono far risalire all’XI secolo, con un progresso talora lento ma comunque crescente fino al XIV secolo (grande peste del 1348-49), perciò precedenti alla riforma protestante. Lo stesso concetto di capitale, inteso non più come tesoro ma come ricchezza mobile e pertanto fonte di ciò che oggi definiamo reddito d’impresa, è presente negli studiosi della scuola francescana del XIII secolo.

Vale la pena pertanto di capire qualcosa di più sull’argomento. Innanzitutto è necessario premettere che lo sviluppo economico non è compreso fra le finalità della chiese o comunità religiose, né ad esse possono essere attribuiti meriti o colpe per i risultati in tale campo.

 

 

 

La rivoluzione industriale

A partire dal XVIII secolo, in Inghilterra, una serie di innovazioni trasformò l’industria tessile e successivamente tutti i sistemi di produzione, istituendo il “sistema di fabbrica”, in realtà probabilmente già noto ai Romani, almeno in alcuni casi, ma comunque caduto in disuso:

  • Uso di macchine al posto del lavoro umano diretto
  • Uso di energia da fonte inanimata (conversione del calore in energia tramite il vapore acqueo) e non più animata
  • Nuove materie prime

Negli ultimi decenni del secolo successivo una seconda fase, da taluni detta seconda rivoluzione industriale, si identifica con la sostituzione dell’energia elettrica al vapore.

Ne derivò un forte aumento della produttività e, di conseguenza, del reddito pro capite. Aumentarono inizialmente le diseguaglianze sociali per poi ridursi di nuovo (curve di Kuznets) o trasformarsi in diseguaglianze internazionali, diseguaglianze dovute a diverse velocità di crescita e non ad un impoverimento di alcune classi sociali o di alcune parti del globo.

Le tesi di Max Weber 

Il punto di partenza delle nostre considerazioni, così come di tutte le teorie circa una presunta superiorità del protestantesimo per quanto concerne lo sviluppo economico e sociale, pur se presenti in taluni studi precedenti, si possono far risalire a Max Weber (Karl Emil Maximilian Weber, 1864-1920), fondatore della sociologia moderna, che li ha resi sistematici nei due articoli “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” (1904-05),

In realtà lo stesso Max Weber non ipotizza una relazione di causa ed effetto fra etica protestante, che per lui significa etica calvinista, e sviluppo del capitalismo, ma si limita a sostenere che l’etica protestante sia stata una delle condizioni preliminari allo sviluppo capitalistico, in particolare identificando nell’etica protestante una minore propensione al consumo ed una maggiore propensione all’investimento e la valorizzazione del lavoro in quanto tale: secondo Max Weber “mentre il cattolico prega per ottenere, il protestante ringrazia Dio per ciò che ha ottenuto”.

A ciò si aggiunge la concezione del profitto e della ricchezza come segni della grazia divina, tipici del calvinismo ma non del luteranesimo né della confessione anglicana. Secondo Max Weber il protestantesimo calvinista, diffondendo la teoria della predestinazione, invece di incoraggiare un atteggiamento fatalista, stimolò atteggiamenti positivi tendenti, in definitiva, a dimostrare a se stessi di essere nel novero degli eletti.

Effettivamente vi sono differenza fra etica protestante ed etica cattolica (gioco d’azzardo, mancato utile, divertimento)

Le tesi di Max Weber trovarono molta opposizione, sia in ambiente cattolico che protestante; esse si possono dividere in

  • Opposizioni di natura teologica (Hans Küng)
  • Opposizioni di natura storica (Trevor Ropar, Groethuysen, Tawney) che evidenziano come la stessa etica del lavoro fosse presente in precedenza, anche in comunità rimaste cattoliche, e come lo sviluppo capitalistico sia precedente alla riforma protestante. Tawney fa’ anche notare che il maggior contributo allo sviluppo economico si ha in Inghilterra, paese non calvinista.
  • Per quanto concerne la così detta etica calvinista, essa era presente in molte comunità medievali ed, in maniera simile, nella cultura giapponese.
  • Novak (L’etica cattolica e lo spirito del capitalismo, 1993) riconosce a Weber il merito di aver identificato il substrato religioso dell’economia[2] ma critica la sua definizione di etica protestante (in realtà Weber fa riferimento all’etica calvinista o puritana) ed evidenzia come le teorie di Weber siano respinte dai teologi calvinisti.

 

In relazione all’ultimo punto, vale la pena di ricordare che la forte spinta allo sviluppo economico non si ha nella aree calviniste.

 

Lo sviluppo economico

Per poter parlare di sviluppo economico è necessario capire di cosa stiamo parlando. In prima approssimazione, possiamo identificare lo sviluppo economico come incremento del prodotto interno lordo pro capite, a parità di potere d’acquisto (PPP pro capite).

 

It has been very popular, in the last decades, to criticise the very concept of Gross National Product. It’s famous the statement of Rober Kennedy, who said (1968) that the GNP  “measures everything in short, except that which makes life worthwhile”.  This statement has been proposed, in 2016, as discussion theme for the Italian examinations at the completion of high school, the Maturità, more or less equivalent to the French Baccalauréat.

However, Robert Kennedy, probably because he was not familiar with economics, apparently did not understand the meaning of the GNP, that is only a measure of   “the market value of all the products and services produced in one year by labour and property supplied by the citizens of a country” (definition from Wikipedia), without any aim at measuring human development, happiness, freedom, etc.. In the same way, your body temperature can tell if you have an infectious disease, but does not tell anything about your happiness or your instruction.

Other indicators have been provided to measure the human development, for instance we can refer to the worldwide known HDI (human development index), a composed indicator that takes into consideration the GNP, literacy and life expectancy at birth. It’s interesting to note that there is an high correlation between GNP and HDI, does not exist any poor country with high development index.

In the same way, we can note that there is a positive correlation between GNP and life expectancy at birth, in poor countries life expectancy seems to be lower. The country of Shangri-La can be found in Hilton’s romance (1933), but does not exist n the real world.

Another point is worthy be commented. From criticism point of view, it’s commonly said, for instance, that a road accident increases the GNP: this is true, the GNP is increased by the value of the new car, the lost value of the old car is not deducted. This is why it’s called “gross” national product, in theory we could calculate the “net” national product, however the level of integration in national accounting necessary to do so would be extremely more complex, costly and, so invasive to limit the personal freedom. 

Some other alternative indicators have been proposed, majority of them is based on subjective parametres, perceived instead of being measured: as things are now, no one of them can be used in economics.

History and roots of the economic growth

Either we like it or not, the economic growth has been a peculiarity of the Western European civilization, starting between the X and the XI century after Christ and later on exported to other parts of the world[3].

Among the factors, we should consider that the Western European culture is an integration of several cultures:

  • ancient Greek, that gave the basics of science and philosophy together with the structured thinking, furthermore the Greek culture has been a connection factor with the Middle Eastern cultures (Assyrian, Sumerians, Babylonians, etc.) as well as with the Egypt
  • the Roman culture, whose heritage are the very concept of law at all levels, from constitutional law to civil, international and criminal law, together with the concept of organization, either in government or in military. All juridical systems that exist now still can be divided into two big areas that are commonly known as:
    • Civil Law, that evolves from the Roman and feudal law to the modern law, through the canon law and then through codification process; the Civil Law is the continuation of Roman law, the starting point has been the CORPUS IURIS CIVILIS (529-534)
    • Common Law, that also derives from Roman law, although in its most ancient form, and evolves in England without the mediation of the CORPUS IURIS CIVILIS; it is mainly based on case law and is the basis of the law in all the countries of the Commonwealth and, in part, in the US, where in fact there is a mixed system. The common law was primarily a creation of the judges, then sanctioned by the royal power; in a certain sense, it is closer to the ancient Roman law than the Civil Law.
  • Judeo-Christian, whose heritage are
    • a religion based on a personal God as well as a linear conception of timeline,
    • trinitary theism, that has been important for the development of the European civilization in all its aspects, while the Christological dogma of Calcedonia (451) has been important on the institutional point of view
    • the dispute between Pelagius (360-420) and Saint Augustine (Aurelius Augustinus Hipponensis- 354-430) ), with its anthropological consequences, among them the distinction between rightist and leftist politics, that is anthropological before being politic
    • We should not forget that the very word Europe had different meanings in the past, and it’s used for the first time with the modern meaning when emperor Charles the Great was defined REX AC PATER EUROPAE or EUROPAE VENERANDUS APEX.
    • However, until the XV century, would you ask to anyone “Where we are?” the answer would have been “We are in the Christianity”.
  • Germanic culture, whose heritage can be found in the concepts of freedom and feudal or anyway territory related nobility
  • Others

The Romans in the I century after Christ and the Indians in the XVI had created a good deal of the preconditions for economic growth, however such growth, albeit started, did not develop. As far as the Romans are concerned, the main reasons have been the so called trap of slavery as well as the lack of a suitable source of energy.  

 

  Componente latina Componente greca Componente germanica
Impero Romano X X [4]
Chiesa Cristiana (primo millennio) X

 

 

[5]

 

 

X

 

 

Sacro Romano Impero X = X
Chiesa cattolica occidentale (secondo millennio) X   X
Riforma protestante = = [6]

 

Conditions of the economic growth

 

While causes and conditions of economic growth are interrelated in several ways and then is quite impossible to have a complete understanding, it’s worthy to take into consideration, in  a summary and not complete list, some of them.

Also has to be considered the so called eterogony of ends (eterogenesi dei fini)this principle, namely the study of “unintended consequences of intentional actions” was first described by Nicolò Machiavelli (1469-1527), albeit a more detailed theory can be found later on, in Giambattista Vico (1668-1744) as well as inWilhelm Wundt (1832-1920). The concept of the invisible hand proposed by Adam Smith (1723-1790) is quite similar.

Storicamente, lo sviluppo economico non si è svolto secondo un “modello di sviluppo” ma a partire da eventi non programmati e spesso casuali, tipico esempio di “eterogenesi dei fini” (L’espressione eterogenesi dei fini fu coniata dal filosofo e psicologo empirico Wilhelm Wundt 1832-19. Con essa si fa riferimento a un campo di fenomeni i cui contorni e caratteri trovano più chiara descrizione nell’espressione «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali». Di fatto il concetto già esiste in Giambattista Vico 1668-1744 che la definisce Provvidenza storica)

  1. Geography, climate, environment: useless to say, economy can develop only in a favourable environment, there is no growth in the desert or Antarctica.
  2. Religion[i] and Philosophy have an important impact that needs a very thoroughly analysis. Related to them, there is the philosophy of time that in human culture until recent time could have been either linear, like an arrow from the past to the future (due to the Judaic and Christian culture) or circular, with an eternal recourse of events (a lot of Indo-European cultures, including Persia, India and ancient Greeks, while the Romans were swinging from one to the other. A circular concept of time was also present in the Maya and other pre-Columbian cultures)[ii] However, we can affirm that the concept of linear time, that is originated from the Judeo-Christian culture, is   pre-condition of any economic development.
  3. Ethics
  4. Ideologies or dominant ideology
  5. The state has not to be a monolithic entity, there have be diversification and availability of alternatives, research in any field and sound innovation have to be sustained and accepted.
    1. Christopher Columbus (1451-1506), when rejected by the King of Portugal, could apply to the Queen of Castile and discover America.
    2. Zhengh He (1371-1434) explored the whole Indian Ocean, but xenophobia and isolationism typical of the Confucian culture of the time blocked any further exploration, so China lost the train of development.
  6. Società dinamica e policentrica
    1. La società dinamica si contrappone alla società statica in quanto non ha come ideale la perpetua conservazione della realtà ma ammette il cambiamento ed il progresso, il limite del dinamismo è nel porre come proprio ideale il cambiamento in quanto tale, senza chiedersi se esso sia migliorativo o peggiorativo e senza distinguere fra interessi e tradizioni permanenti ed interessi e tradizioni temporanee
    2. Nella società policentrica esiste una dialettica fra stato, corpi intermedi e società civile, fra diversi stati o fra diverse etnie all’interno di uno stato conglomerato o imperiale, nelle società monocentriche si ha il predominio dello stato sulla società
  7. Capacità sufficientemente diffusa di comprensione, accettazione, finanziamento ed applicazione dell’innovazione scientifica e tecnologica:
    1. serve la capacità cognitive ed applicative, la sola ricercar scientifica non è sufficiente; dalla scienza pura si deve essere in grado di passare alla ricerca tecnologica, alla sperimentazione mirata e poi all’applicazione della tecnologia
    2. alcuni esempi sono gli occhiali, la bussola, la polvere da sparo, l’orologio meccanico, le ferrovie a trazione animale del XIV secolo, il continuo miglioramento della tessitura e così via.
  8. Time span of political vision: the economic development need a long term vision, this is why some democratic systems are at risk of failing, since their vision cannot go beyond the electoral cycle.
    1. In the past, the presence of hereditary kings and nobility have been a factor that has indirectly guaranteed long term vision together with safeguarding the permanent interests,
    2. the challenge now is to find a way to integrate long, medium and short terms actors, namely to integrate the various form of government, as it was already clear to Cicero (Marcus Tullius Cicero, 106-43 before Christ)
    3. The emphasis on “sustainable growth” is a clear indication that we are used to think with a very limited temporal vision.  In the long run this concept does not make any sense: either there is development or not.      
  9. Knowledge capital: in the long run, a nation’s prosperity is directly related to the cognitive skills of the population. The cognitive skills can be measured by performance on international mathematics and science assessments, years of scholarship are not a sound indicator. To be noted that, according to the studies completed up to now, a general curriculum of studies seems to be better than a vocational one.
  10. Demography: a moderate increase of the population is a precondition of economic growth, a static or decreasing population definitely hinders the process of economic growth, while a population that grows too fast can also create problems.
  11. Property rights and legal system: the property rights must be defined and guaranteed by the law, the heritage rights too must be guaranteed by the law, the legal system has to be well defined and easily enforceable in acceptable time.
  12. Fiscal system has to be defined, easy to understand and manage, related to the economic system without neither distortion effects nor limitations of economic freedom. The fiscal pressure has to be limited, so that it is felt as a contribution, not as an expropriation.
  13. Political stability
  14. Economic Freedom: free enterprise, free choice of the work, no work assigned by authority, no slavery or forced labour. Other conditions related to the economic system are
    1. adequate productivity in agriculture and a minimum level of efficiency in the other sectors.
    2. educated labour supply and capital.
    3. demand for industrial products.
    4. availability of entrepreneurial skills.
  15. Political freedom: this is a controversial point that needs further investigation. Amartya Sen strictly related development and freedom, however we cannot deny that, in some cases, substantial economic growth, with dictatorial or semi-dictatorial governments, albeit at an higher price.
  16. Personal freedom: to be kept within defined limits, in order to avoid de-structuring the society
  17. Monetary: as far as the economic development is concerned, one key factor is the availability of money, while an excess of money could hinder the process. The past standards (silver standard, bimetallic standard, gold standard, gold exchange standard) are over, on the other side the so called “fiat money” has also created heavy speculative problems and exalted the economic cycles.
    1. Some economists believe that money should be related to a defined basket of real goods, other economists support to go back to an updated version of the gold standard.
    2. The main argument against the gold standard is that it favours countries that have gold mines. However, that argument is valid for all raw materials, not only for gold.
    3. Other proposal, such as an energy standard, have been brought forward.
    4. A slight inflation favours the economic development, while both deflation or high inflation hinder it.
  18. Profit and interest rates: useless to say, profit rates have to be higher than interest rates.
  19. Market economy seems to be better than planned economy, however we cannot deny some cases where an economy grew under planned system. While we respect the thoughts of the Austrian economist, we must accept that the market has to be adjusted in those cases where distortion elements are present.
  20. Global economy seems to be better than closed or protected economy, at least in contemporary and other historical times, while this is not true in other periods. This point needs further investigation
  21. Availability of infrastructures: since ancient eras (Egyptians, Babylonians, Romans) infrastructural and public work have been considered among the activities of a sovereign state, that can perform them either directly or indirectly, through privates or in partnership with them. However, it’s the State that has to assure that the infrastructures or the relevant services be available to all citizen either free of charge or at a price subject to proper regulations. In modern times, the infrastructures consist in:
    1. energy supply (gas, electricity)
    2. water supply
    3. transportation
    4. communications
    5. sanitation and waste
    6. drainage and flood protection
    7. schools
    8. health service
  22. Social system that allows the possibility of social escalation, with guaranteed heritage rights. As far as the heritage rights are concerned, a further investigation could define whether, on development point of view, it is better a full guarantee or a limited guarantee, where “the heirs must justify, with their skills, the right to the preservation of inherited assets” (in reality, this is achieved through inheritance tax which, however, should not be an expropriation of assets)

It is not clear how income distribution can affect the economic development, apparently it has to be neither equalitarian nor too unjust. According to some scholars, it means a value of the Gini coefficient from 0.30 to 0.60, according to others from 0.25 to 0.40. Probably, it would be better to shift the emphasis from income distribution to the production of the same income; perhaps, instead of insisting on inequalities, it would be better to insist on the need for a decent standard of living for the most disadvantaged, leaving the distribution to the natural adjustment of the economic system. Otherwise we are at risk of fighting the wealth instead of fighting poverty

 

Il contributo della riforma protestante ed I vincoli della riforma cattolica

Obiettivamente, nei paesi protestanti, si crearono condizioni particolari: la religione, anche se in maniera indiretta e non voluta, contribuì allo sviluppo di capacità di razionalità, diligenza e produttività che, pur essendo presenti in ogni tempo, in ogni religione ed in ogni luogo, divennero in quel caso fattori premianti. Lo studioso che nelle epoche precedenti era premiato per i suoi studi teologici o filosofici, trovò che il fattore premiante era la tecnologia e pertanto un maggior numero di elementi validi della società dedicarono la loro attività ad essa.

 

 

 

Con l’obbligo di leggere la Bibbia, ha costretto tutti ad imparare a leggere. L’alfabetizzazione, che prima della riforma era intorno a poche unità % è cresciuta più rapidamente in area protestante. La preferenza per l’uso delle immagini nella catechesi ci ha dato il barocco, ma non ha favorito l’alfabetizzazione che anzi in molti casi è stata ostacolata per paura della diffusione di idee eretiche
I protestanti erano perseguitati dai cattolici ed in più si perseguitavano fra loro ed erano spessi costretti ad emigrare, favorendo così il confronto e la diffusione di idee e tecnologie. Comunità più stabili e meno dinamiche. La paura della diffusione di idee eretiche ha scoraggiato la diffusione delle idee in generale.[7]
Dal’obbligo di leggere la Bibbia derivò un maggior uso della stampa, che divenne veicolo di diffusione e propagazione di idee di qualsiasi genere. L’atteggiamento difensivo, la diffidenza verso la diffusione dei testi scritti e l’Indice dei libri proibiti ostacolarono la diffusione delle idee
Pressione sociale verso l’efficienza ed il rendimento economico, attenzione dedicata all’impego del tempo Pressione sociale verso diverse caratteristiche del comportamento

 

Il fatto che lo sviluppo economico sia stato maggiore nei paesi protestanti non stabilisce un rapporto di causa ed effetto e, quand’anche lo stabilisse, non ci dice quale sia la causa e quale l’effetto. Lo sviluppo economico dipende in realtà da una molteplicità di fattori, spesso non conosciuti ed in genere spontanei e non governati.

I gruppi economicamente favoriti

Un’analisi di alcuni gruppi, che storicamente hanno occupato posizioni di apparente privilegio economico, porta a considerare ciò che questi gruppi avessero in comune. Consideriamo, ad esempio: Ebrei, Armeni, Vecchi credenti (Russia, XVII secolo), Protestanti, Discendenti dei mafiosi che operano in maniera regolare. In tutti questi gruppi si trovano più o meno le stesse caratteristiche:

  • comunità perseguitata e dispersa
  • forte senso di identità, trasmesso di generazione in generazione
  • livello culturale superiore alle comunità circostanti
  • reti di sostegno e collaborazione preferenziale fra appartenenti alla comunità anche se in luoghi diversi[8]

Le conseguenze sociali

Fra le conseguenze sociali dello sviluppo economico, ma non necessariamente della riforma protestante, ci limitiamo a ricordare:

  • accelerazione della crisi dell’aristocrazia ereditaria[9],
    • già iniziata nel XVI secolo a causa degli sviluppi della tecnologia militare e, di conseguenza, perdita delle funzioni di diritto pubblico della nobiltà,
    • ne consegue una crescita della “borghesia”[10] che acquista un prestigio prima riservato alla sola nobilità
    • l’ideale dell’onore è sostituito dalla ricchezza
  • aumento del tenore di vita, della speranza di vita alla nascita e riduzione della povertà
  • transizione demografica
  • maggiore mobilità sociale
  • urbanizzazione
  • secolarizzazione: dal punto di vista antropologico, riforma protestante ed illuminismo sono due aspetti di uno stesso fenomeno, che presenta valenze sia positive che negative e che di fatto ha radici precedenti alla stessa riforma protestante; la secolarizzazione che ne è derivata, tuttavia, ha causato la perdita delle radici cristiane sulle quali è nata la civiltà occidentale e ne mette a rischio la sopravvivenza
  • il consolidamento degli stati nazionali, secondo un processo già iniziato in Francia nel XIV secolo, e la perdita dell’internazionalismo cattolico ed imperiale[11] nonché la decadenza dei corpi intermedi di fronte ad un accentramento del governo e, parallelamente
  • la diffusione, anche a livello di cultura e come lingua ufficiale, delle lingue volgari[12] al posto del latino, creando un ulteriore punto a favore degli stati nazionali: allorché l’imperatore Giuseppe sostituì il latino con il tedesco come lingua ufficiale dell’Impero (poi definito di Austria) accentuò il movimento autonomista dei magiari e dei popoli slavi.

Conclusioni

Il mondo, sia pur con alterne vicende,  tende verso una sempre maggiore integrazione, il futuro vedrà una società sempre più multi-etnica: piaccia o non piaccia, è una realtà cui bisogna adeguarsi.

La civiltà occidentale, almeno in Europa, sembra essere  in uno stato di decadenza probabilmente irreversibile, le cui cause sono da ricercare nel relativismo e nella rinuncia alle proprie radici, con il conseguente suicidio demografico. Il cristianesimo, che  è finora stato sostanzialmente identificato con la società occidentale, identificazione in passato corretta, deve ora svincolarsene; per il cristiano l’annuncio e la diffusione del Vangelo devono essere più importanti che ritardare la decadenza della propria civiltà, anche se per molti di noi ciò può portare a prese di coscienza dolorose e non facili da superare.

Tuttavia dobbiamo tenere presente che qualsiasi capacità umana di previsione del futuro è legata alla proiezione, con metodi più o meni raffinati, di eventi passati. Sfuggono completamente alla nostra analisi gli eventi imprevisti ed imprevedibili (teoria del “cigno nero”)  ed il comportamento irrazionale, a tutti i livelli, degli esseri umani.

Per poter annunciare e diffondere il Vangelo almeno nella società in cui vive e per potere, se del caso, dialogare con altre culture, il cristiano deve conoscere innanzi tutto la propria identità ed esserne orgoglioso: la rinuncia o la diluizione dell’identità, il pensiero debole ed il relativismo in generale non servono a facilitare il dialogo, bensì portano alla sopraffazione ed alla scomparsa delle identità più deboli.

We like to remind a statement from Pope St. John XXIII, on the introductory speech to the opening session of the Ecumenical  Council Vatican II:

(4.3) AT NOBIS PLANE DISSENTIENDUM ESSE VIDETUR AB HIS RERUM ADVERSARUM VATICINATORIBUS, QUI DETERIORA SEMPER PRAENUNTIANT, QUASI RERUM EXITIUM INSTET.

Whose translation is: “We seem to have to fully disagree from these prophets of doom, who always proclaim the worst, as it the end of the world would be coming”

[1] i presenti appunti sono stati da me scritti per la conferenza presso il Centro Culturale LUMEN GENTIUM del 24 marzo 2017. Le parti in inglese sono tratte dal testo “An engineering approach to economic development” da me presentato al Congresso Mondiale dell’International Cost Engineering Council in Rio de Janeiro, ottobre 2016.

[2] Oltre che nell’economia, il substrato religioso esiste anche nelle dottrine politiche (cfr.: Schmitt, Donoso Cortés, Léo Moulin)

[3] In Giappone in particolare l’importazione ella cultura europea trovò un terreno favorevole nell’etica giapponese, elemento da approfondire.

[4] Solo nel tardo impero vi sono tentativi di integrazione della componente gotica

[5] Progressiva tendenza alla separazione fra la componente greca e quella latino-germanica

[6] La riforma protestante tende a separare la componente germanica, cui essa fa’ riferimento, dalla componente latina. Significativo il fatto che il limite dell’area interessata dalla riforma coincide approssimativamente col vecchio limes dell’Impero Romano.

[7] Si ricordi che lo scopo della Chiesa Cattolica era ed è la salvezza delle anime e la difesa dei sacramenti. Nulla essa ha a che fare con lo sviluppo economico.

[8] In una rete di collaborazione è sufficiente che, ai membri della rete, sia data priorità anche solo a parità di condizioni con concorrenti esterni per garantire un legame forte; la necessaria contropartita deve essere nella certezza di un comportamento corretto fra membri della rete stessa.

[9] Detentrice di proprietà immobiliari, in prevalenza terra.

[10] Detentrice di ricchezza mobile.

[11] L’internazionalismo imperiale ha la sua ultima manifestazione di vitalità con Federico II, l’internazionalismo cattolico è sopravvissuto in ambito religioso ed ha conservato una certa valenza politica, ma ha progressivamente perso la funzione di guida della civiltà occidentale. Di più difficile interpretazione è la visione imperiale di Carlo V e della Spagna nel secolo XVI e XVII, successivamente e progressivamente si afferma il concetto di impero coloniale, che è qualcosa di diverso, l’idea imperiale sopravvive per un certo tempo in Austria, ma essa è sempre più l’idea di un impero tedesco e non più di un impero conglomerato.

[12] Lo stesso Lutero diede un grande contributo alla lingua tedesca

[i]           The sociologist Max Weber famously argued that religion can influence economic performance through its effect on character traits such as the work ethic. Barro and McCleary subject this view to a rigorous test. As with Barro’s earlier work on growth, the unique aspect of this research is the painstaking assembly of a new data set, in this case the data on religious beliefs and attendance at formal religious services drawn from six international surveys covering about fifty countries. +

Barro and McCleary find that countries in which people have stronger religious beliefs, as reflected in a stronger belief in heaven and hell, have higher economic growth—a finding consistent with Weber’s thesis. However, once the impact of religious beliefs on economic growth is accounted for, greater attendance at formal religious services lowers growth. So attendance matters to the extent that it influences beliefs, but beyond that it uses up time and resources that detract from growth.

[ii]           In modern times, more sophisticated theories have been proposed such as the idea of time as a spiral, that can combine recourse and progress (Vico, Hegel, Marx), while the German philosopher Nietzche proposes again a cyclic idea of time. The idea of time in the theory of relativity shows some analogies with the spiral.

According to Saint Augustin of Hippo (354-430), time has been created by God and then is linear, the eternity that runs. He makes a distinction between eternity (present without time) and perpetuity (endless time). Il concetto è stato ripreso ed approfondito dal cardinal Ratzinger, poi papa Benedetto XVI, nel suo libro “Escatologia”