Lo scudo di Cristo - Recensione

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Gastone Breccia - Lo scudo di Cristo. le guerre dell'Impero Romano d'Oriente - Laterza, Roma, 2016  
Il libro tratta di una parte della storia che viene poco studiata nella nostra scuola ed è poco presente nella nostra cultura, per la quale la storia dell'Impero Romano si conclude nell'anno 476 dopo Cristo, con la deposizione di Romolo Augusto.

In realtà alla morte di Teodosio (Flavio Teodosio, noto anche come Teodosio il Grande), nell'anno 395, l'Impero era stato definitivamente diviso in una parte occidentale (Pars Occidentis) ed in una parte orientale (Pars Orientis): non due imperi, ma due parti di uno stesso impero, anche se con due imperatori e due amministrazioni indipendenti. La parte occidentale durò convenzionalmente fino al 476, la parte orientale continuò ad esistere per secoli, fino al suo crollo avvenuto in due atti, nel 1204 prima con la presa di Costantinopoli da parte dei crociati e la creazione dell' Impero Latino d'Oriente, ed infine nel 1453 con la caduta definitiva di Costantinopoli.
Per oltre mille anni, dunque, ha continuato ad esistere un impero che si definiva Romano: Regno dei Romani o semplicemente Rhōmania. 
La capitale aveva il nome ufficiale di "Nova Roma", comunemente nota come Costantinopoli Nuova Roma, gli abitanti definivano se stessi come romani o romei. La lingua ufficiale fu il latino fino all'anno 610, poi sostituita dal greco che era da essi definito come "romaico". L'Impero fu la prima potenza navale nel Mediterraneo fino al X secolo ed ancora ai tempi della Prima Crociata (1099) Costantinopoli era considerata il centro culturale dell'Europa.
Il termine Impero Bizantino, comunemente usato per definire l'Impero Romano d'Oriente è improprio, esso era ignoto all'epoca: fu introdotto nel 1557 dallo storico tedesco Hieronymus Wolf  e successivamente diffuso dagli storici illuministi solo nel XVIII secolo. 
Il libro inizia con la battaglia di Adrianopoli (378) e termina con la sconfitta dei Bulgari (1025), con una particolare attenzione agli aspetti militari: sei secoli di guerre, riassunte dalla citazione "solo i morti vedono la fine della guerra" (George Santayana, 1922). Sono ampiamente trattati il tentativo di restaurazione di Giustiniano (Flavio Pietro Sabbazio Giustiniano, 527-565), le riforme dell'imperatore Maurizio (Flavio Maurizio Tiberio, santo, 582-602) , l'importante figura di Eraclio (Flavio Eraclio, 610-641), la guerra contro i Persiani ed infine i secoli di contenimento dell'espansione islamica, araba e poi turca. Particolare attenzione è posta alle campagne militari ed all'organizzazione dell'esercito, più volte riformata nel periodo considerato per adattarla alle mutate esigenze strategiche.
La lezione che se ne ricava è l'estrema importanza che l'Impero d'Oriente ha avuto come baluardo della Cristianità contro la pressione dei Persiani prima e l'espansione dell'Islam poi, permettendo così alla stessa di consolidarsi ed alla civiltà occidentale di nascere e svilupparsi un un ambiente parzialmente protetto. È doveroso riconoscere ai romani orientali il  merito di aver difeso con il proprio sangue la pace della Cristianità.