Unioni civili - nota di Alleanza Cattolica

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Roma, 19-2-2016 (l.c.) «Non è vero che la giurisprudenza europea ci impone le unioni civili». Lo afferma in una sua nota, «a fronte di affermazioni imprecise che emergono nel dibattito parlamentare e culturale», Alleanza Cattolica. «Circolano - prosegue la nota - numerose letture imprecise della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Questa ha affermato l'esigenza di riconoscere i diritti fondamentali delle persone omosessuali conviventi, attraverso strumenti che permettano l'effettivo esercizio di questi diritti. Ma quali sono questi diritti fondamentali? Numerose sentenze della stessa Corte precisano che nessuno Stato europeo è obbligato a introdurre il "matrimonio" omosessuale, né esiste un diritto al matrimonio, così come affermano a chiare lettere che non esiste un diritto all'adozione da parte delle coppie dello stesso sesso. I diritti e doveri fondamentali cui si riferisce questa giurisprudenza sono quelli che consentono ai conviventi l'assistenza reciproca in ospedale e in carcere, il subentro nei contratti di locazione e altri diritti consimili di natura individuale e patrimoniale. Questi diritti sono già riconosciuti dalle leggi italiane. Se si interpreta la giurisprudenza della Corte Europea nel senso che l'Italia deve approntare strumenti che ne facilitino l'esercizio, uno strumento adeguato è stato proposto al Parlamento nella forma del testo unico Sacconi-Pagano che elenca in un unico testo i diritti già garantiti dalle leggi in vigore. L'adozione di questo testo, o di un testo analogo, sarebbe una risposta giuridica adeguata alle indicazioni della Corte Europea. È invece semplicemente falso che per rispondere alle sollecitazioni di quella Corte sia necessario introdurre le unioni civili, che - come più volte affermato dagli stessi promotori della legge - sono                                                         semplicemente un "matrimonio" presentato con un nome diverso per tenere buoni gli oppositori. È invece vero che la Corte Europea ha stabilito che, una volta inserito nell'ordinamento un istituto sostanzialmente uguale al matrimonio, anche se lo si chiama "unione civile", diventa obbligatorio introdurre anche le adozioni per evitare discriminazioni». 
 
«Siamo - continua la nota firmata dal sociologo torinese Massimo Introvigne, vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica - in un momento molto delicato. Grazie al popolo del 30 gennaio la gioiosa macchina da guerra della legge sulle unioni civili si è inceppata. Rischiano di rimetterla in moto, malgrado le eventuali buone intenzioni di chi li propone, da una parte equivoci giuridici su che cosa veramente                                                         ha chiesto all'Italia la Corte Europea, dall'altra il massimalismo di chi vorrebbe negare alle persone omosessuali conviventi anche i diritti fondamentali di cui in Italia già godono. Ci auguriamo che i cattolici e le                                                         persone di qualunque fede convinte che la famiglia sia solo quella formata da un uomo e da una donna, e che ogni bambino abbia diritto a una mamma e un papà, sappiamo tenersi lontani dai minimalismi come dai massimalismi, dicendo un no chiaro e senza riserve alle unioni civili della legge Cirinnà, anche eventualmente separate dalle adozioni, ribadendo nel contempo che i diritti fondamentali dei conviventi omosessuali di cui ha parlato la Corte Europea sono già garantiti dal nostro ordinamento e che semplici provvedimenti per facilitarne l'esercizio, tali da soddisfare le indicazioni europee, potrebbero essere approvati in poche ore e con un vasto consenso, consentendo così al Parlamento di dedicare proficuamente il suo tempo ai veri problemi delle famiglie e del Paese».